mercoledì 1 agosto 2012


Rallentamento della domanda mondiale? Dipende dal dove!


Oramai ben 6 mesi fa, segnalavamo 4 mercati che sembrano non conoscere crisi: Brasile, Cina, Polonia e Australia. I dati definitivi del 2011 sembrano darci ragione con la sola spiacevole eccezione dell’Australia che ha visto negli ultimi 6 mesi dell’anno un rallentamento della sua performance.
Facciamo però un breve riepilogo. Il 2011 ha visto crescere la domanda mondiale di olio d’oliva di quasi 9 punti percentuali (si veda tavola sottostante), raggiungendo una cifra superiore 4,5 miliardi di dollari.
Ma, mentre i principali acquirenti mondiali, nell’ordine Italia, Stati Uniti, Francia e Germania, confermano un trend pressoché simile alla dinamica mondiale, la Spagna in soli tre anni si è resa capace di sparire dalla top ten, perdendo ben 6 posizioni a causa della grave crisi economica che sta colpendo duramente i redditi degli abitanti della penisola iberica.






Come annunciato in precedenza in questa speciale classifica vi troviamo per la prima volta la Cina, capace di crescere per il secondo anno consecutivo a ritmi vertiginosi (+72% rispetto al 2010). Ma, l’ancor scarso peso complessivo della Cina (conta infatti solo il 3% del mercato mondiale), se da una parte ci costringe a segnarlo senz’altro come il  “mercato del futuro”, dall’altra ci impone, ora, qui e subito di dirvi: “udite udite signori e signore, volte far soldi? il mercato del presente è….. il Brasile!
La vera stella del 2011 è il  Brasile, divenuto il quinto acquirente al mondo di Olio d’oliva, prossimo oramai  superare anche la Germania e con un trend positivo senza soste. Anche il 2012 infatti è iniziato col botto: nei primi due mesi dell’anno la crescita tendenziale è stata del 21,6% (rispetto agli stessi mesi dello scorso anno).
I principali beneficiari sembrano essere le imprese spagnole e soprattutto portoghesi . Queste ultime hanno raggiunto una quota di mercato pari al 50% del totale delle importazioni brasiliane, sostituendo in pratica i concorrenti argentini. Ma la grave crisi economica che imperversa nei paesi della Penisola Iberica apre nuove ed interessanti prospettive per i concorrenti che sapranno sfruttarle.


Nessun commento:

Posta un commento