venerdì 18 gennaio 2013

Attenzione alle risposte alla crisi!

Il premier nipponico Shinzo Abe ha presentato un maxi-pacchetto espansivo da 117 miliardi di dollari. Obiettivo dichiarato è di stimolare l'economia, battendo definitivamente la deflazione.

L'effetto auspicato dal Governo giapponese è di far scendere lo yen ai minimi sia sull'euro che sul dollaro. La valuta nipponica era scambiata questa mattina , 11 Gennaio 2013, a quota 89,50 sul dollaro e 1,1850 sull'euro: livelli così bassi non si vedevano da 18 mesi contro la moneta unica e da due anni e mezzo sul biglietto verde (per ulteriori informazioni a riguardo si veda l'articolo pubblicato sul Sole 24 ore.

Le dinamiche dei cambi se non saranno rapidamente oggetto di una decisa azione da parte dei governi dell' Eurozona ed in particolare della BCE potrebbero danneggiare gli esportatori europei che lavorano con il Giappone, ed in primis quelli italiani, sempre più impegnati a ricercare nuovi spazi (e profitti) nei mercati esteri (ne abbiamo appunto parlato pochi giorni fa).

Il nostro consiglio per servire il mercato giapponese sfuggendo alla morsa dei cambi, delle politiche monetarie e della crisi più in generale, lo ribadiamo, è puntare sulla qualità: il mercato giapponese è senz'altro uno dei più attenti alla qualità e fin'ora ha dimostrato di essere disponibile a pagare per livelli qualitativi più elevati. Ma la qualità, oltre che essere un concetto complesso e dalle molte sfaccettature, non è tutto. La qualità va supportata dalla reputazione, in un meccanismo reciproco di crescita e consolidamento. Ma la  costruzione ed il mantenimento della reputazione aziendale, ricordate, necessita di una strategia fatta di piani e azioni concrete, specifiche per ogni mercato, e che vanno ben oltre le attività di marketing e comunicazione aziendale.

Il perseguimento di un profilo alto di sostenibilità, ambientale, sociale ed economica, offre numerose possibilità per costruire e migliorare la reputazione aziendale e per superare, innovando, le più diffuse concezione di qualità. Traducendo, di fatto, tutto questo in vantaggio competitivo e, quindi, in utili.

Ne parleremo ancora.
 



martedì 8 gennaio 2013

Riecco le luci del mercato Giapponese



Il disastroso Tsunami del marzo 2011, secondo alcuni analisti, sembrava poter determinare un mutamento strutturale nelle dinamiche del mercato di olio d’oliva giapponese. Di fatti nei primi cinque mesi di quell’anno vi è stata una contrazione di oltre 10 punti percentuali (rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente) e complessivamente nell’arco dell’intero anno, seppur più lieve, è stata di circa 3 punti.





I dati dei primi 10 mesi del 2012, sembrano però evidenziare tutta un’altra storia, mostrandoci un mercato che grazie anche all’apprezzamento dello yen, si è mostrato capace di aumentare i propri consumi di olio d’oliva. Le importazioni sono cresciute di circa il 13% rispetto all’anno prima e di tale incremento hanno beneficiato pressoché tutti i paesi, ed in particolare la Tunisia (+366%), il Cile +129% e l’Australia (+88%).

Ma i due principali protagonisti del mercato giapponese sono rimasti gli olii di qualità provenienti dall’Italia (che continua a detenere una quota di mercato superiore al 55%) e dalla Spagna (35% del mercato). I produttori italiani e spagnoli hanno visto crescere le loro vendite sul mercato nipponico rispettivamente del 12,4% e del 15,6%. La qualità dell’olio d’oliva, in primis italiano, sembrerebbe dunque essere ancora capace di premiare i produttori, beneficiando del nuovo e più consapevole potere di acquisto giapponese.