Cina, Brasile, Polonia e Australia, sono questi i fantastici quattro, mercati in cui la domanda di olio d’oliva, non ha conosciuto crisi. Mentre la domanda mondiale di questo prodotto si contraeva (tasso annuo medio tra il 2007 e il 2010 del -1.7%) a seguito, anche della più grande crisi economica mondiale dal ’29, i consumatori di questi mercati hanno continuato ad incrementare la loro domanda annua assumendo il ruolo di principali protagonisti sui mercati globali. I primi dati a nostra disposizione sul 2011 (primi 5 mesi), sembrano ulteriormente confermare tale dinamica, segnalando una ulteriore forte crescita delle importazioni rispetto agli anni precedenti.
Ad esempio il Brasile in soli 10 anni è divenuto il 5° importatore mondiale di olio d’oliva. Negli ultimi 10 anni, le importazioni sono cresciute ad un tasso medio annuo del 21%, registrando addirittura una accelerazione nell’ultimo triennio (+24%). Il mercato brasiliano sembrerebbe, dunque, essere immune a qualsiasi rallentamento economico. Ed anche nei primi 6 mesi del 2011, in questa nuova fase di incertezza economica mondiale, si registra una ulteriore nuova accelerazione della domanda di olio d’oliva estero: +35.5% rispetto allo stesso periodo dello scorso anno.
I Paesi che meglio di altri si sono mostrati capaci di cogliere questa dinamica sono stati il Portogallo e la Spagna, che hanno incrementato le loro vendite di oltre 50 punti percentuali nel primo semestre del 2011. Gli esportatori italiani al contrario rivelano tutte le loro difficoltà ad incrociare la domanda proveniente dal mercato brasiliano, non riuscendo a beneficiare in alcun modo di da tale positiva dinamica. Di fatti le nostre vendite nei primi sei mesi dell’anno sono rimaste sostanzialmente stabili (+0.5%) rispetto allo scorso anno.D’altra parte le difficoltà degli esportatori italiani di olio d’oliva a competere e penetrare nei mercati emergenti e più dinamici in questa prima fase del 2011 sembrano non sussistere solamente in Polonia e in Australia. In questi Paesi, di fatti, l’export italiano sembra riuscire a non perdere posizioni, ed anzi nel caso dell’Australia le vendite di olio d’oliva nei primi cinque mesi del 2011 hanno più che triplicato la domanda complessiva….. (seguirà nota sul mercato Australiano).
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