Fino allo scorso anno la domanda di olio d’oliva proveniente dal Giappone, non sembrava conoscere crisi. Mentre in tutto il mondo nel 2008 e soprattutto nel 2009, gli scambi commerciali crollavano, qui proseguivano a ritmi sostenuti. Come emerge dal grafico sottostante tra il 2008 e il 2010 le importazioni di olio d’oliva hanno continuato a crescere, raggiungendo un tasso di crescita prossimo al 31.6% nel 2010, rendendo il mercato giapponese il settimo al mondo per importanza. Il disastroso Tsunami del marzo 2011 sembra essere riuscito a mutare le dinamiche in atto in questo mercato: di fatti nei primi cinque mesi di quest’anno vi è stata una contrazione di oltre 10 punti percentuali (rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente).
Le esportazioni italiane di olio d’oliva, probabilmente sostenute dalla loro qualità, sembrerebbero essere state capaci di reggere meglio il calo della domanda giapponese. Di fatti al contrario degli altri principali concorrenti (Spagna e Turchia) la riduzione delle importazioni provenienti dall’Italia nei primi cinque mesi del 2011 è risultata essere solo del 6%. Risultato questo notevolmente migliore rispetto al –28.3% della Turchia e al –17% della Spagna.
Tali risultati, lasciano dunque presagire interessanti possibili sviluppi per gli esportatori italiani, evidenziando ombre, dietro le quali potrebbero però celarsi nuerose luci. Se da un lato, il mercato giapponese nel 2011 rischia di divenire meno attraente dal punto di vista della dinamica, d’altra parte sembrerebbe caratterizzarsi per una ancor più rilevante presenza degli esportatori italiani. La vieppiù mutata sensibilità dei consumatori giapponesi verso cibi biologici e “sani” sembrerebbe poter premiare in futuro proprio la qualità dei prodotti italiani. Come emerge dal grafico sottostante continua la lenta ma progressiva ripresa di quote di mercato nel Giappone, che pur in un anno così difficile sembra essere pronta a tornare sui livelli del 2007.
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