Il contributo delle
aziende agricole biologiche e certificate DOP (Denominazione di Origine Protetta) e/o IGP (Indicazione Geografica Protetta) alla sostenibilità ambientale, economica
e sociale del territorio è sicuramente più elevato di altre realtà aziendali.
Esse, per esempio, contribuiscono alla diffusione di forme di conduzione di
terreni e di allevamenti compatibili con la tutela dell’ambiente, del suolo e
della diversità genetica, e consentono
di promuovere produzioni di qualità. Avere un quadro aggiornato in merito a
tali tematiche è tanto più rilevante quanto più ci si approssima alla chiusura
dei negoziati sulla nuova PAC 2014-2020 (sempreché non slitti al 1 gennaio
2015, ipotesi remota ma alla quale anche il Presidente Paolo De Castro ha
accennato in un recente incontro alla Camera di Commercio di Bari) così come
della più ampia strategia Horizon 2020.
Oggi, dunque, vi
presentiamo le prime informazioni sulla struttura di queste aziende, provenienti
dal 6° Censimento generale dell’agricoltura realizzato dall’ISTAT.
Nel 2010 secondo l’ISTAT
le aziende che risultano adottare metodi di produzione biologica per coltivazioni
o allevamenti sono state 45.167 pari al 2,8% delle aziende agricole totali. Di
queste, 43.367 aziende applicano il metodo di produzione biologico sulle
coltivazioni (2,7% delle aziende in complesso) mentre le aziende zootecniche
sono 8.416 (3,9% delle aziende zootecniche italiane). Sono invece 6.616 le aziende
biologiche ad orientamento produttivo misto.
Il primato delle
aziende bio spetta ancora al Meridione (isole comprese) che “ospita” circa il
62,5% del totale. Qui si concentra anche il 70,9% della superficie biologica
complessiva. In particolare, la Sicilia è la regione dove si conta il maggior
numero di aziende biologiche (7.873 unità); seguono la Calabria con 6.769
aziende e la Puglia, con 5.295.
La dimensione media
nazionale delle aziende bio (in termini
di SAU) è di 18 ettari, notevolmente superiore a quella generale, che si
attesta a 7,9 ettari di SAU. In Sardegna, con una media di 43,8 ettari di
superficie biologica ad azienda, si registrano le dimensioni unitarie più elevate; seguono Basilicata (23,7 ettari)
e Puglia (22,8 ettari).
Questi dati risultano essere molto interessanti
perché- evidenziano come le aziende bio siano potenzialmente più solide delle
convenzionali. Ci sembra di grande interesse valutare quanto, regione per
regione, i contributi allo sviluppo del biologico abbiano o meno contribuito al
verificarsi di questo fenomeno.
Per quanto riguarda le
aziende certificate (DOP/IGP) le maggiori superfici investite in coltivazioni
certificate interessano soprattutto la vite (oltre 320 mila ettari). Per questa
coltura le maggiori superfici DOP/IGP sono localizzate in Veneto (56.042
ettari, pari al 17,5% della superficie DOP/IGP complessiva nazionale investita
a vite). Ma anche le coltivazioni di olivo, come ben emerge dal grafico
sottostante si difendono bene e soprattutto risultano essere in continua
crescita.
Informazioni di maggiore dettaglio su queste aziende sono disponibili
nel data warehouse ISTAT: http://dati-censimentoagricoltura.istat.it/
Per ultreriori informazioni
sul censimento dell’agricoltura 2010 si consulti anche: http://censimentoagricoltura.istat.it/